Grande successo al MART di Rovereto per la mostra dedicata al novantesimo anniversario della morte del genio ferrarese che chiuderà il 29 agosto.
Era stata inaugurata in uno dei periodi più neri di questi nostri tempi martoriati dal Covid; a novembre, quando la seconda ondata stava per dare il via a quella serie di chiusure che ci sono parse interminabili e che hanno colpito particolarmente i nostri musei, templi dell’arte, custodi di quella cultura inestimabile che ci appartiene e che, più che mai, abbiamo sentito nostra proprio quando ci è stata preclusa. E nonostante tutto, la mostra “Boldini. Il Piacere” si conferma testimonianza del desiderio del pubblico di fruire della grande arte visitando mostre che non siano un semplice contenitore di capolavori riconosciuti ma in cui sia garantito un alto livello qualitativo dell’intero percorso: dove itinerarii e prospettive curatoriali innovative, approfondite ricerche storiografiche, si coniugano agli inediti e ai capolavori ritrovati, insomma a quelle “chicche” che rendono una mostra degna di essere consegnata agli annali della storia dell’arte. E non poteva essere diversamente per la mostra simbolo che celebra il novantesimo anniversario della morte di Giovanni Boldini.
La mostra “Boldini. Il Piacere” nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi con la curatela di Tiziano Panconi e Beatrice Avanzi, con la collaborazione del Comune di Ferrara, della Fondazione Ferrara Arte e del Comitato di studio per le celebrazioni del novantesimo anno dalla morte di Boldini di cui lo stesso Vittorio Sgarbi è presidente e Tiziano Panconi direttore e che annovera tra i suoi membri esimi studiosi della pittura italiana dell’800.
Con 170 opere provenienti da collezioni pubbliche e private (per fortuna le opere d’arte non temono il covid!) la mostra ha saputo emozionare e entusiasmare con nuove, entusiasmanti, chiavi di lettura e opere indimenticabili. Infatti per la prima volta sono stati accostati i percorsi creativi di due grandi autori italiani come Boldini e d’Annunzio a cui il titolo il piacere fa appunto riferimento.
Il taglio innovativo, e il successo della mostra, nonostante i “mala tempora” che corrono, è stato dettato dalla curatela, che propone un parallelismo ideale fra la figura del pittore e quella del poeta e vate Gabriele d’Annunzio: punto di riferimento di un ideale estetico d’altri tempi, lo scrittore e Boldini sembravano destinati ad incrociarsi, nonostante in realtà non si siano mai frequentati molto in vita (pur avendo un’iconica figura femminile, la Marchesa Casati Stampa ad unirli idealmente). Un parallelismo ben esplicitato dagli importanti saggi in catalogo, fra i quali quello di Giordano Bruno Guerri, direttore del Vittoriale degli italiani, nonché di Pietro Di Natale, direttore di Ferrara Arte.
Entrambi gli artisti hanno saputo cogliere l’essenza di un ambiente sfolgorante, in un periodo da favola come la Belle Époque. Le loro opere, con il loro stile magnificente, dove la bellezza ha il sapore dell’ideale, hanno consacrato e segnato un’epoca: quella della fastosa Belle Époque ne hanno plasmato l’estetica.
Questi gli ingredienti che hanno consentito a “Boldini. Il Piacere” di raggiungere un felice record che ha il sapore della rivalsa: quello di essere una delle mostre più visitate di questo periodo e non solo: durante il periodo di chiusura al pubblico del MART la mostra, già allestita e sonorizzata, è stata svelata al pubblico attraverso delle “incursioni web” diffuse dai social del museo e che hanno raggiunto altissimi livelli di visualizzazione da parte degli utenti impossibilitati a visitare fisicamente “Boldini. Il Piacere”.
Chissà, se con ancora un mese e mezzo di apertura, la mostra chiuderà il 29 agosto, per cui c’è ancora tempo per visitarla, non saranno raggiunti nuovi, incoraggianti traguardi!
Elisa Larese