Il 30 aprile 2017 il Ritratto di Donna Franca Florio è stato acquistato da un anonimo compratore per più di un milione di euro. Il volume celebra il valore di un’opera unica nel suo genere, simbolo della “Palermo felicissima” di primo Novecento.
Donna Franca Florio, icona della gloria palermitana della Belle Époque, fu ritratta da Giovanni Boldini nel 1901 su commissione del marito Ignazio Florio. Il dipinto, olio su tela, è una delle più celebri opere dell’artista ferrarese. Animato da un’effervescente vocazione alla mondanità, Boldini riuscì a cogliere il lato più elegante dell’Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il fascino effimero del bel mondo salottiero e frivolo permea i ritratti delle sue muse: donne di charme, femme fatale divenute simbolo inconfondibile della Belle Époque.
La monografia, a cura di Matteo Smolizza, con un articolato saggio introduttivo di Tiziano Panconi, presidente del Museo archives Giovanni Boldini Macchiaioli, ricostruisce l’affascinante storia del ritratto di Donna Franca Florio, esposto per la prima volta alla biennale di Venezia nel 1903 ma portato a compimento nella sua versione definitiva soltanto nel 1924, e ne analizza il significato artistico ricostruendo l’opera dettaglio per dettaglio.
Da oggi in libreria il nuovo libro su Giovanni Boldini nato dalla collaborazione del Museo archives Giovanni Boldini Macchiaioli con Mondadori Electa e Arthemisia Group.
Conclusesi le ricerche condotte sull’emblematico ritratto di Donna Franca Florio, dipinto da Giovanni Boldini fra il 1901 e il 1924, sono emerse importanti novità che modificano completamente la storia dell’opera e quindi uno dei passi fondamentali della biografia del grande maestro italo francese, legata alla lunga controversia con Don Ignazio Florio, committente del ritratto della bellissima moglie.
Le ricerche storiche, iconografiche e di diagnosi scientifica, hanno evidenziato che non esistono distinte varianti dello stesso dipinto come fin quì unanimemente ritenuto dalla storiografia dell’artista ma che vi sia invece un’unica versione più volte modificata.
Grazie infatti al rinvenimento di puntuali indizi – proprio in occasione della presentazione del dipinto alla importantissima mostra romana, apertasi in coincidenza temporale con l’inizio delle procedure di vendita – è stato possibile focalizzare le indagini e restringere il campo di ricerca, fino a dimostrare con assoluta certezza che il ritratto della Florio recentemente esposto alla grande antologica su Boldini al Vittoriano e poi alla Venaria Reale e ora a Villa Zito a Palermo, sia lo stesso già presentato alla Biennale d’arte della Città di Venezia nel 1903.
La suggestiva scoperta che rettifica appunto oltre cento anni di storia del quadro, è inequivocabilmente provata sia dall’antica etichetta della Biennale del 1903 apposta sul telaio e mai notata prima, sia da un’immagine originale dell’epoca rinvenuta negli archivi di casa Florio, per concessione della nipote di donna Franca, Costanza Afan de Rivera.
La fotografia ha consentito infatti di decifrare e comparare la grafia pittorica della prima stesura della tela, con le altre immagini note di quella che fino ad oggi era stata considerata un’altra stesura del dipinto, fino a convenirne che si tratti di una sola opera. I risultati delle ricerche e la folta documentazione rinvenuta, sono presentati per esteso in questa nuova edizione di Mondadori Electa.